Carciofi con il tappo
I carciofi con il tappo, sono una della tante dimostrazioni di come questo vegetale sia fra i più polivalenti nella cucina siciliana. In tutti gli angoli dell’isola se ne trovano di tutte le varietà, ma alcune, come lo spinoso del palermitano e il violetto catanese, fanno parte delle qualità più pregiate.
Ingredienti
6 carciofi
4 uova
Pangrattato (circa due cucchiai a carciofo)
Un mazzetto di prezzemolo tritato finemente
50 grammi di passoline
50 grammi di pinoli
8 cucchiai di caciocavallo grattugiato (si può usare il parmigiano, secondo i gusti)
Sale e pepe q.b.
Il succo di un limone
Olio di semi d arachidi per friggere
Salsa di pomodoro necessari a per cuocere i carciofi (circa un litro)
Olio extravergine d’oliva q.b.
Procedimento
Pulire i carciofi, batterli sulle punte su un piano rigido in modo di allargare un poco le foglie, tagliare le punte con le spine e togliere le foglie dure. Allargare ancora le foglie e, con un coltello, eliminare il fieno interno, infine tagliare i gambi, in modo che stiano in piedi e metterli in acqua acidulata con il succo di limone.
Intanto battere tre uova e amalgamarli con il pangrattato, il prezzemolo tritato finemente, il caciocavallo grattugiato, i pinoli e le passoline, e un pizzico di sale e pepe macinato al momento. Imbottire i carciofi in modo che la farcia, ben compatta, penetri fino al fondo del carciofo e in superficie compattando bene. A questo punto battere l’altro uovo, fare scaldare l’ olio in una padella, passare i tappi nell’uovo battuto e far friggere in maniera che la farcia amalgamata con l’uovo si sigilli ai carciofi. Fatto ciò farli rosolare anche dalle parti laterali e metterli da parte.
Mettere un tegame sul fuoco e preparare la salsa di pomodoro, aggiustarla di sale e pepe e un paio di cucchiaini di zucchero. Quando comincia a prendere bollore adagiarvi i carciofi, in modo che stiano in piedi, col tappo rivolto verso l’alto, incoperchiare e farvi cuocere per circa 15 20 minuti. Spegnere il fuoco, innaffiare con un filo d’olio extravergine d’oliva e lasciarli insaporire ancora nel tegame a fuoco spento. Quando saranno intiepiditi servirli accompagnati da qualche cucchiaio di salsa di pomodoro.
A proposito di carciofi
Noi siciliani li mangiamo in cento modi, crudi all’insalata, semplicemente bolliti, in umido (alla “villanella”: interi o a pezzettini – di prossima pubblicazione), alla brace, alla pastella, fritti, insomma chi più ne ha più ne metta. Nella nostra ricetta, che fa parte del repertorio più antico della cucina siciliana, vengono cotti al ragù interi e imbottiti. Un simile procedimento lo adottano nelle Madonie, dove li chiamano “carciofi a polpetta”. In quest’ultima preparazione gli ingredienti e la cottura sono identici alla nostra, la differenza sta nel fatto che, i carciofi vanno tagliati a metà, farciti, soffritti e ricomposti, unendo le due metà per mezzo di una legatura con un filo e infine cotti nella salsa di pomodoro. Ambedue le ricette sono mitiche.
Margherita dice
Questa ricetta la facevano spesso mia mamma e mia nonna. Mi sembra di sentirne ancora il profumo. Non avevo la ricetta completa, ma ora che l’ho trovata sicuramente la proporro’ a mio marito, grandissimo fan della cucina siciliana.
Grazie mille, Margherita.
Giovanni dice
Ciao Margherita è la ricetta che mia nonna preparava quando voleva dare una botta di vita presentando questo piatto semplice e succulento. Resta tutt’oggi uno dei miei preferiti.
Grazie per il commento e….fai conoscere il sito ai tuoi amici. A presto.
Margherita dice
Lo faro’ certamente.
Ho gia’ alcune delle tue ricette tra le mie preferite, sul pc.
Molto presto mi cimentero’ nella realizzazione di rosticceria mignon grazie alla ricetta che hai postato qui. Gia’ so che sara’ un successone!
A presto 🙂
Giovanni dice
Ciao Margherita grazie a te per i tuoi commenti. Ti aspettiamo con i risultati delle altre ricette. A presto
angelo dice
ciao Giovanni, sono angelo, nato aimé a genova (…sarei stato più contento se sulla c.i. fosse scritto: nato a Palermo) figlio di due palermitani doc (mio padre maestro d’ascia, mia madre sartina), manco da PA da 39’anni, ne avevo 17 e per una “polentona” non ero più tornato…ma adesso lo farò. Sai, ho ancora negli occhi, nelle orecchie e nel palato le immagini, i suoni, i profumi ed i sapori della nostra terra. Purtroppo non ho saputo, e poi pututo, ereditare le ricette dalla mamma, ma sono felice di poter attingere dal “tuo piatto” le prelibatezze della nostra “trinacria”. Grazie di cuore a te che tieni viva la nostra cultura attraverso il liguaggio universale del gusto ed a internet che ci permette di poterlo fare.
(se vuoi puoi visitare il mio sito
http://www.arcarealizza.it troverai una foto mia e quella di una dei miei figfli).
A presto, Angelo
Giovanni dice
Ciao Angelo, non posso far altro che ripetere ciò che spesso mi dico leggendo parole come le tue provenienti da ogni parte del globo: I siciliani restano sempre e comunque legati ad un amore straordinario per questa nostra terra. Posso affermare quanto detto perchè anch’io sono stato costretto a vivere per qualche anno lontano dalla Sicilia, pertanto capisco ancora meglio quest’emozione e ti auguro di tornare al più presto nella nostra amata Palermo.
Per le ricette sono felice di sopperire alla mancata “eredità” della mamma e, nello stesso tempo, mi sento orgoglioso assieme a quanti lavorano con noi, di poterti fare “attingere” nel nostro sito nato proprio per trasmettere a chiunque le nostre conoscenze ed esperienze legate alle tradizioni della nostra terra.
Ho visitato il tuo sito, così mi hai dato l’occasione di conoscere visivamente assieme a tua figlia.
Buon Natale
giusy dice
Mi mamma li faceva con lo stesso impasto, ma poi li faceva bollire coprendoli con acqua, olio a coprire fino a 3/4. Penso che la tua ricetta sia molto più saporita e proverò sicuramente a farlo, comunque anche lessati sono molto buoni…lo suggerisco a chi avesse magari problemi di colesterolo. Ti ringrazio per le belle ricette che ci dai e per la generosità…ho apprezzato molto anche la ricetta del pane a lievitazione naturale…molto dettagliata nei minimi particolari…mai visto ricette che come le tue vogliono proprio regalare ogni segreto. Ti abbraccio trinacriamente!
Giovanni dice
Ciao Giusy anche noi li prepariamo come li faceva la tua mamma, tuttavia abbiamo preferito pubblicare questa ricetta perché, come dici tu, sono più saporiti. Per quanto concerne la generosità per le ricette, ti assicuro che lo facciamo con piacere e soprattutto perché non condividiamo il comportamento di coloro che vogliono mantenere il “segreto” privando (magari chi si è dovuto allontanare dalla propria terra) di qualcosa che, con un po’ di buona volontà, può realizzare nel luogo dove si trova. Per noi è fonte di soddisfazione, per il lavoro che svolgiamo, ricevere commenti come il tuo (e sono davvero tanti) dai quali traspare oltre che apprezzamento per il nostro blog, anche l’attaccamento alle nostre tradizioni.
Ti inviamo un caldo abbraccio siciliano. A presto
Ricette di Sicilia