Crocchè palermitane
Le crocchè palermitane e non crocchette ma, ancora più correttamente, cazzilli costituiscono uno dei più classici e antichi esempi del mangiare di strada dei palermitani. I cazzilli sono il naturale ed inevitabile abbinamento con le panelle che insieme ad un particolare pane, danno vita ad un semplice e prelibato panino imbottito che possiamo trovare facilmente in ogni angolo di strada e precisamente nelle friggitoroie, che in palermitano chiamano panellari.
E proprio questa categoria particolare di artigiani chiamiati semplicemente “panellari”, sono i veri precursori dei moderni fast food.
A proposito di questa pietanza, mi piace riportare la magistrale descrizione che il nostro grande Gaetano Basile, riporta nel suo dizionario sentimentale della parlata siciliana:
“cazzilli è la voce poco elegante per indicare popolarmente la crocchè di patate. Per i siciliani è voce solo plurale: in effetti non si è mai visto qualcuno mangiare o ordinare uno solo. all’origine c’è un chiaro, evidente, riferimento sessuale per via della forma che assume. Se ne consiglia il consumo direttamente in strada, servendosi delle mani”.
Ingredienti per circa trenta crocchè
1 kg di patate vecchie
un bel ciuffo di prezzemolo
sale q.b.
olio di semi di arachide per friggere
Procedimento
Premessa: è fondamentale usare patate vecchie perché più farinose. Questa caratteristica favorisce la buona riuscita delle “crocchè” .
Sciacquare e asciugare le patate, bollirle in acqua salata. Dovranno essere ben cotte fino al centro. Scolarle e metterle a raffreddare in un cola pasta. Pelarle e passarle al setaccio aiutandovi con uno schiacciapatate con i fori più piccoli; amalgamare con il prezzemolo tritato finemente e aggiustare di sale. A questo punto depositate in frigo le patate setacciate per almeno dieci ore. Noi prepariamo la purea la sera in modo che resti in frigo per tutta la notte.
Questo accorgimento è molto importane perché il composto asciuga ulteriormente è faciliterà la frittura.
Formare le “crocchè”, adagiarle in un piatto e friggerle, non più di 4-5 per volta, in olio profondo a 180°. Una volta immerse nell’olio bollente, è fondamentale non toccarle fin quando vedrete che la schiuma di frittura diminuirà e, nello stesso tempo, le “crocchè” verranno a galla. A questo punto toglierle dall’olio bollente e metterle a sgocciolare su di un foglio di carta assorbente e… fatemi sapere!
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