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Il pasticcio del monsù

5 Dicembre 2008 By Giovanni Cardella 33 commenti

il pasticcio del monsù

il pasticcio del monsù

Il pasticcio del monsù: un’esperienza gastronomica siciliana unica

Il pasticcio del monsù, conosciuto anche come il Timballo del Principe o il Timballo del Gattopardo, è una delizia culinaria che incarna l’armonia dei sapori siciliani. Questo piatto prelibato è un’autentica festa per i sensi, con l’aroma di zucchero e cannella che si sprigiona non appena si apre il suo involucro.

Le molteplici influenze che hanno attraversato la storia della Sicilia hanno contribuito a plasmare la sua cucina. L’influenza francese, ad esempio, ha introdotto ingredienti come la cipolla nelle salse e la famosa salsa béchamel che ha reso più sofisticati i condimenti per la pasta e i timballi. La pasta frolla è stata utilizzata per avvolgere una varietà di delizie, dalla carne al pesce, creando così il celebre Pasticcio del Monsù.
Durante il periodo di dominazione borbonica in Sicilia, cuochi francesi erano un elemento comune nelle case aristocratiche palermitane. Conosciuti come “Monsieur,” il loro talento culinario ha portato alla creazione di piatti straordinari e decorazioni spettacolari che stupivano gli ospiti. Questi piatti comprendevano consommé eleganti, aragoste e polli in gelatina, dolci fantasiosi, fegati d’oca e maestosi pasticci e timballi, tra cui il celebre Pasticcio del Monsù.
Questo prelibato pasticcio è anche ricordato nella famosa cena del Gattopardo, il Principe di Salina, protagonista dell’omonimo romanzo di Tomasi Di Lampedusa.

Come preparare il pasticcio del monsù

Adesso vi esporremo come procedere per la preparazione di questa formidabile bontà

Gli ingredienti del pasticcio del Monsù per 12 Persone

Per la Pasta Frolla:
550 grammi di farina 00
200 grammi di strutto
40 grammi di zucchero semolato
120 grammi di vino bianco secco
1 uovo
1 tuorlo
1 cucchiaino di cannella
Un pizzico abbondante di sale

Procedura per la pasta frolla (preparare il giorno precedente alla preparazione del pasticcio del monsù)

Per la pasta frolla, mescolate con cura la farina, lo strutto, lo zucchero, la cannella, il sale, l’uovo intero e il tuorlo, e il vino fino a ottenere un impasto liscio ed omogeneo. Coprite con pellicola trasparente e lasciate riposare in frigo.

Per la farcia e il completamento del pasticcio del monsù:

600 grammi di maccheroni
200 grammi di brodo di carne
100 grammi di parmigiano grattugiato
1 uovo (per spennellare l’involucro di pasta frolla)
450 grammi di petto di pollo tagliato a strisce
400 grammi di funghi champignon
200 grammi di carne tritata
150 grammi di pisellini surgelati
120 grammi di prosciutto crudo tagliato a striscioline
100 grammi di burro
1 cipolla
1 spicchio d’aglio
2 foglie di alloro
Zucchero semolato
¼ di stecca di cannella
2 foglie di salvia
1 rametto di rosmarino (senza il gambo)
1 cucchiaino di Maizena
3 cucchiai di olio extravergine d’oliva
½ bicchiere abbondante di marsala secco

Procedura per la realizzazione del pasticcio del monsù:

Nota: Il Pasticcio del Monsù può essere assemblato in due modi diversi. In questa ricetta, descriveremo la versione a strati. In tal caso, i maccheroni devono cuocere per soli tre minuti, poiché continueranno a cuocere in forno con l’umidità della farcia.
Pulite i funghi e affettateli sottilmente. Tritate la cipolla e l’aglio insieme alla salvia e al rosmarino. In una padella, fate appassire questo trito con olio e burro. Nel frattempo, scongelate i piselli in acqua bollente salata con una foglia di alloro e un cucchiaino di zucchero. Aggiungete al soffritto il petto di pollo, la carne tritata e i funghi. Cuocete a fuoco moderato per circa dieci minuti, sfumando con ½ bicchiere di marsala, tenendone da parte una cucchiaiata. Cospargete con un cucchiaino di farina e bagnate con un mestolo di brodo, unendo una foglia di alloro e la cannella. Cuocete a fuoco moderato con il coperchio per circa mezz’ora. Quando la farcia sarà pronta, conditela con sale e pepe, eliminate la foglia di alloro e la cannella, e aggiungete il prosciutto, i pisellini e mescolate il tutto.
Nel frattempo, riducete il brodo facendolo restringere e aggiungete la cucchiaiata di marsala tenuta da parte, un cucchiaino di Maizena sciolto in poca acqua fredda e riportate sul fuoco fino a ottenere una salsa densa. Unite quindi 50 grammi di burro tagliato a pezzetti. Cuocete i maccheroni in abbondante acqua salata finché sono ancora molto al dente. Scolateli e conditeli con la salsa ottenuta e il parmigiano grattugiato.
Stendete la pasta frolla in uno strato sottile su un foglio di carta forno in modo da ottenere un cerchio che copra sia il fondo che i bordi dello stampo a cerniera (circa 20 cm di diametro e 10 cm di altezza). Rivestite lo stampo con la pasta frolla e tagliate via l’eccesso.
Adagiate uno strato sottile di maccheroni sul fondo dello stampo, quindi al centro, mettete una cucchiaiata di farcia. Continuate alternando strati di maccheroni e farcia fino a riempire lo stampo. Coprite il tutto con un altro disco di pasta frolla. Create un camino praticando un foro al centro del pasticcio e inserendo un cilindretto di carta stagnola in modo che il vapore possa fuoriuscire durante la cottura. Spennellate il pasticcio con l’uovo battuto intorno al foro e posizionate un cordoncino di pasta frolla. Decorate la parte superiore del pasticcio con dischetti di pasta frolla di circa 3 cm (ricavati dagli avanzi di pasta frolla) e spennellate tutto con l’uovo. Cuocete in forno preriscaldato a 190°C per circa 45 minuti. Dopo circa 25 minuti di cottura, sfornate il pasticcio, togliete il bordo dello stampo a cerniera, spennellate con l’uovo battuto i bordi appena scoperti e posizionate i rimanenti dischetti di pasta frolla. Rimettete in forno per i restanti 20 minuti. Il pasticcio dovrà risultare ben dorato alla fine della cottura. Con molta attenzione, togliete delicatamente il camino di carta stagnola e trasferite il pasticcio sul piatto di servizio. Lasciatelo riposare per qualche minuto prima di tagliarlo in porzioni e servirlo.

 

 

Archiviato in: Primi, Speciale Natale Etichettato con:Cucina Siciliana, il gattopardo, il timballo del Gattopardo, il timballo del principe, pasticcio del monsù, timballo, Tomasi di Lampedusa

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Commenti

  1. Antigone dice

    18 Dicembre 2010 a 11:53

    WOW

    Rispondi
  2. lucia dice

    18 Dicembre 2010 a 14:46

    innanzi tutto, grazie, grazie x il tempo che ci dedichi e x la tua grande generosità. Mi sembra una ricetta molto interessante, spero di poterla fare x questo Natale. Esiste anche una versione di pesce?

    Rispondi
  3. Giovanni dice

    24 Dicembre 2010 a 09:32

    Ciao Lucia, grazie a te che con le tue parole gratifichi il nostro lavoro.
    Il pasticcio del monsù è una ricetta tradizionale dell’antica cucina nobiliare siciliana e non prevede l’uso del pesce, tuttavia ti assicuro che è un piatto veramente completo sia per il gusto che per la presentazione. Dico ciò per esperienza personale: i tuoi ospiti resteranno favorevolmente colpiti da questo connubio di odori e sapori.
    Ti auguro un felice Natale e resto in attesa di un tuo commento dopo la realizzazione del pasticcio.
    A presto

    Rispondi
  4. CARMELA dice

    27 Settembre 2012 a 13:23

    ….quindi togliere delicatamente il “camino “….
    MA CHE COSA E’?

    Rispondi
    • Giovanni dice

      5 Ottobre 2012 a 09:54

      Ciao Carmela, hai ragione!
      Nella trascrizione è saltato un pezzo che, grazie alla tua segnalazione, abbiamo già corretto. Era proprio quello in cui si parla del camino. Grazie per la tua attenzione.
      Ricette di Sicilia

      Rispondi
  5. mario dice

    7 Dicembre 2015 a 20:51

    Bellissima ricetta, vorrei prepararla per Natale.
    Ho qualche dubbio:
    -lo stampo da 20 cm non è troppo piccolo ?
    -per 15 persone, posso usare uno stampo da 28 cm a cerniera, modificando le dosi di conseguenza ?
    -posso assemblarlo “a crudo” (cioè pasta cruda, maccheroni e ragù ovviamente cotti) il giorno prima, tenerlo in frigo ed infornarlo un ‘ora prima ?
    Grazie e ciao
    Mario

    Rispondi
    • Giovanni Cardella dice

      9 Dicembre 2015 a 19:02

      Ciao Mario, se usi uno stampo più grande poi diventa ingestibile quando vai per servire. Assemblarlo prima comprometterebbe l’involucro di pasta frolla. Ti consigliamo di procedre come descritto nella ricetta, magari preparandone più di uno invece di uno più grande. A presto

      Rispondi
      • mario dice

        9 Dicembre 2015 a 22:11

        Grazie ! Buone feste.
        Mario

        Rispondi
      • mario dice

        9 Dicembre 2015 a 22:17

        Scusa se insisto, ma la ricetta mi ha proprio…..fatto innamorare 😀
        Lo stampo che si usa è 20 cm circa.
        Se assemblo il timballo la mattina presto per il pranzo… si può fare ?
        Ciao
        Mario

        Rispondi
        • Giovanni Cardella dice

          14 Dicembre 2015 a 13:11

          Ciao Mario, Sconsiglio di prepararlo molto tempo prima perchè, una volta assemblato, la farcia con la sua naturale umidità potrebbe ammorbidire la pasta frolla. Ti consiglio di prepararlo, al massimo, un paio di ore prima. Sarebbe un sacrilegio non ottenere il risultato che questo timballo merita.

          Rispondi
          • mario dice

            14 Dicembre 2015 a 21:18

            Grazie dei consigli.
            Lo preparerò e poi farò adeguata..relazione.
            Ciao
            Mario

          • Giovanni Cardella dice

            16 Dicembre 2015 a 20:41

            Ciao Mario, siamo a tua disposizione. A presto

  6. mario dice

    26 Dicembre 2015 a 00:22

    Preparato e mangiato: sontuoso, ottimo. Impegnativo ma vale assolutamente il lavoro.
    Grazie e buone feste.
    Mario

    Rispondi
    • Giovanni Cardella dice

      26 Dicembre 2015 a 11:15

      Ciao Mario, sono soddisfatto per la buona riuscita. Ero certo del risultato finale, non tanto per la bontà della ricetta ma, soprattutto, per la tua volontà e determinazione. Alla prossima!
      Buone feste

      Rispondi
  7. antonio pio dice

    27 Marzo 2017 a 21:29

    volendola fare per 6 persone come devo modificare le dosi?

    Rispondi
    • Giovanni Cardella dice

      31 Marzo 2017 a 19:06

      Ciao Antoni Pio, le dosi della ricetta sono per 12 persone, quindi basta dividerli per 2 e ottieni le dosi per sei persone

      Rispondi
  8. Giovanna dice

    6 Maggio 2017 a 18:43

    Buongiorno sono Giovanna , per il mio cinquantesimo compleanno l ho preparato e devo dire che è stato un pranzo delizioso , sicuramente lo farò ancora , grazie

    Rispondi
    • Giovanni Cardella dice

      10 Maggio 2017 a 10:05

      Ciao Giovanna, intanto tanti auguri per il tuo cinqantesimo compleanno! Hai scelto la ricetta giusta per l’avvenimneto e, a tal proposito, devo complimentarmi perchè non di facilissima realizzazione.
      Bravissima!!!!
      A presto

      Rispondi
  9. Andrea dice

    12 Maggio 2017 a 11:05

    Ma questa ricetta non dovrebbe prevedere l’uso di crema pasticcera?

    Rispondi
    • Giovanni Cardella dice

      19 Maggio 2017 a 19:36

      Ciao Andrea, per quel che ne so, al massimo ho letto in qualche posto la possibilità dell’uso della besciamella ma non quello della crema pasticciera

      Rispondi
    • Alfredo dice

      19 Maggio 2023 a 19:40

      A roma si mette la crema pasticcera

      Rispondi
  10. Michele Fichera dice

    29 Marzo 2018 a 00:12

    Caro Andrea, credo proprio che tu abbia ragione; nel Timballo del Monsù, oggi così detto per storicizzare la ricetta allora semplicemente Timballo di Maccheroni, c’era la crema pasticcera, la cui fragranza si sommava a quella della crosta zuccherata come anche delle rigaglie di gallo – bargigli, “ovette”,fegatini e quant’altro -, del tartufo, della cannella e della noce moscata come testimoniano i commensali del Principe Salina.
    L’abilità dei cuochi stava tutta nell’equilibrio che sapevano dare non solo ai sapori ma anche ai “profumi” delle componenti. Solo così il piatto sontuoso e pertanto barocco ma potenzialmente “nauseabondo” sopravvisse ai suoi tempi divenendo l’archetipo di una classe “nobile si” ma assai spesso gretta, rozza,, analfabeta se non proprio ignorante, che risplendette soprattutto della luce riflessa dagli eccellenti artigiani “popolani” del proprio enturage.
    Cordialmente , Michele Fichera

    Rispondi
    • Giovanni Cardella dice

      29 Marzo 2018 a 14:15

      Ciao Michele Fichera, la ringrazio per le notizie in merito al timballo delle quali farò tesoro.
      Buona Pasqua

      Rispondi
  11. Maria Grazia dice

    4 Ottobre 2019 a 15:00

    Ciao Giovanni,
    Ho sentito su Masterchef la ricetta. Ho trovato la tua e penso di farla per Natale.
    Ho preso nota dei consigli .
    Speriamo bene.

    Rispondi
    • Giovanni Cardella dice

      22 Novembre 2019 a 20:31

      Ciao Maria Grazia, segui la nostra ricetta passo per passo e posso garantirti che sarà un successo. Quel che vedi nella foto l’abbiamo mangiato in famiglia proprio in occasione del Santo Natale.

      Rispondi
  12. ROSARIO dice

    9 Febbraio 2023 a 12:17

    Complimenti per la descrizione del piatto e le informazioni storiche, vorrei chiederle come mai la farcia va messa al centro anzichè miscelarla con tutta la pasta ? Non sarebbe meglio fare dei tagli sulla superficie del “tappo” per fare sfiatare?
    Grazie

    Rispondi
    • Giovanni Cardella dice

      28 Marzo 2023 a 10:33

      Buongiorno Rosario, per la nostra ricetta abbiamo fatto riferimento ai suggerimenti di Anna Maria Dominici e i risultato è ottimo. Poi puoi pure procedere come suggerisci e, sono certo, il risultato sarà ugualmente
      soddisfacente.

      Rispondi
  13. Alfredo dice

    19 Maggio 2023 a 19:41

    Ma 200 cl di brodo, per di più ristretto, non sono pochi?

    Rispondi
    • Giovanni Cardella dice

      18 Settembre 2023 a 09:46

      segui la ricetta e vedrai che gli ingredienti vanno bene

      Rispondi
  14. Anna dice

    30 Ottobre 2023 a 22:30

    Salve! Non mangiando (per gusto) prosciutto crudo e pollo come potrei sostituirli? Grazie

    Rispondi
    • Giovanni Cardella dice

      3 Novembre 2023 a 12:22

      semplicemente non metti gli ingredienti che non piacciono, anche se sono anche questi ingredienti contribuiscono all’armonia dei gusti del piatto.

      Rispondi
  15. Carlo Pipitone dice

    27 Dicembre 2024 a 19:49

    Fantastica ricetta, grazie!
    L’ho fatta in passato due volte seguendo una versione pubblicata in un bel libro di cucina sicilana: la prima fallimentare, la seconda buona. Nella mia esperienza è fondamentale che il sugo del condimento sia abbondante e soprattutto molto umido, altrimenti la pasta risulterà sgradevolmente asciutta (come nel mio primo tentativo).
    Piuttosto aggiungerei dei fegatini, anzi probabilmente li sostituirei al pollo.

    Rispondi
    • Giovanni Cardella dice

      23 Febbraio 2025 a 13:42

      Come diciamo in premessa: “Durante il periodo di dominazione borbonica in Sicilia, cuochi francesi erano un elemento comune nelle case aristocratiche palermitane. Conosciuti come “Monsieur,” il loro talento culinario ha portato alla creazione di piatti straordinari e decorazioni spettacolari che stupivano gli ospiti. Questi piatti comprendevano consommé eleganti, aragoste e polli in gelatina, dolci fantasiosi, fegati d’oca e maestosi pasticci e timballi”…
      Feagatini ed altri interiora potrebberocfar parte degli ingredienti. Pertanto, se graditi si possono aggiungere

      Rispondi

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