Cubbaita
La cubbaita, che in palermitano viene denominata anche ‘cubarda‘, è una sorta di torrone che fa parte dell’antica tradizione dolciaria siciliana. Come frequentemente accade nei nostri usi, la cubbàita ci viene tramandata dai dominatori saraceni, difatti mandorlato in arabo è Qubbiat.
Ingredienti cubbaita con sesamo o mandorle
500 grammi di zucchero semolato
100 grammi di acqua
150 grammi di miele
200 grammi di giuggiulena (sesamo) oppure mandorle tostate
Olio di semi o di mandorle
Procedimento
Per preparare la cubbaita mettere su fuoco basso, in una casseruola a fondo spesso, lo zucchero e l’acqua. Non appena lo zucchero sarà liquefatto e dorato, incorporare il miele, il sesamo (o le mandorle) e far amalgamare ancora per qualche minuto, quindi versare il composto su un piano di marmo, precedentemente oliato. Spalmare, aiutandovi con un coltello o una spatola ben oliata, ad uno spessore di circa un centimetro. Sempre con il coltello oliato praticare dei tagli sulla superficie della cubbaita in modo da formare dei rombi o dei quadrati. Attendere la completa solidificazione, togliere i pezzetti ottenuti dal marmo e servire.
A proposito di cubbàita
Di cubbaita in tutta la Sicilia se ne preparano varie specie, a base di zucchero, miele e mandorle o sesamo. Le più conosciute sono quelle preparate con il sesamo e le mandorle a pezzetti (a volte anche pistacchio). Nella Sicilia orientale, ad esempio, chiamano ‘giuggiulena’, oltre che il sesamo, anche questo dolce, mentre in quella occidentale gli danno semplicemente il nome di cubbaita che può essere preparata con il sesamo, con le mandorle o con i ceci.
La cubbaita è un dolce che usualmente, nella Sicilia Orientale, si preparava in occasione del Natale. A Palermo invece era tradizione preparalo nelle bancarelle delle fiere che venivano allestite in occasione delle feste di Pasqua e per il ‘festino’ in onore di Santa Rosalia patrona di Palermo. A tal proposito i profumi inebrianti, incancellabili dalla mia memoria, sono quelli che si potevano sentire passeggiando al ‘Foro Italico’ nei giorni di luglio, in occasione del ‘festino’: Profumi di gelsomino e pomelie (che venivano venduti confezionati opportunamente su di una stecca) misti a quelli dello zucchero filato e dell’immancabile cubbàita che allora, quei fantastici artigiani, preparavano direttamente sul posto. Era il classico odore delle feste che oggi raramente possiamo sentire.
Fra i miei ricordi, oltre agli odori, trova posto anche il come veniva servita la cubbàita: un foglietto di carta oliata che avvolgeva questa golosità. Quest’antica confezione ha dato origine al detto ‘scrusciu ri carta e cubbàita nienti’ ovvero molta carta e poco dolce che in definitiva vuole esprimere il concetto di qualcosa composta da molta esteriorità e poca consistenza. Oggi, scomparsa la carta oliata, la cubbàita la si trova avviluppata in cellophane di sicuro più igienica; tuttavia il fascino di quel foglietto di carta resta indelebile nella mia mente.
Il nostro grande Andrea Camilleri nel suo Elogio alla cubbàita dell’Antico Torronicifio Nisseno dice fra l’altro:
…Amo la cubaita che “ci vuole il martello a romperla”, come scrive Sciascia.
A fatica riesci coi denti a staccarne un pezzetto e non lo devi aggredire subito, lo devi lasciare ad ammorbidirsi un pochino tra lingua e palato, devi quasi persuaderlo con amorevolezza ad essere mangiato. […]
La cubaita ti obbliga a una sua particolare concezione del tempo, ha bisogno dei tempi lunghi del viaggio per mare o per treno, non si concilia con l’aereo, con la fretta.
Ti invita alla meditazione ruminante.
Rende più dolce e sopportabile l’introspezione che non sempre è un esercizio piacevole.
[Citazione da www.vigata.org]
Maurizio dice
Questo file a mostrato a quanti non conoscono la Sicilia, ch’è piena di questi prodotti e io voglio ringraziare a coloro che mettono questi articoli per far conoscere le belle dolcezze Siciliane GRAZIE
Giovanni dice
Ciao Maurizio, grazie a te nel concordare con il nostro desiderio di far conoscere, a tutti coloro che lo vogliono, tutto quanto di bello e positivo esprime la nostra terra. Grazie ancora e a presto
Santina dice
Ciao Giovanni
io lo preparo allo stesso modo della tua ricetta che è buonissima con una variante quando lo metto nel marmo lo spalmo con un limone e una arancia tagliati a metà, questo lo mantiene abbastanza lucido e le da una aroma di agrumi inconfodibile.
Giovanni dice
Ciao Santina, ogni suggerimento sul nostro sito è sempre ben accetto. Proveremo. A presto
Giuseppe dice
Siccome viene troppo dura, fino a rompersi i denti io la faccio più morbida che è una delizia mangiarla
Marianna dice
Ciao Giovanni e buon Anno,
quest’anno ho portato in tavola la cubbaita preparata da me e devo dire che i commensali hanno gradito molto. E’ un dolce molto profumato e croccante al punto giusto.
Marianna