La pasta con le triglie e finocchietto può considerarsi una reinterpretazione della pasta con le sarde; soltanto che al posto di queste ultime, abbiamo usato le triglie che armonizzano a meraviglia con il finocchietto di montagna o “finucchieddu sarbaggiu”, cioè selvatico.
Ingredienti per quattro persone
500 grammi di spaghetti
500 grammi di triglie (possibilmente di scoglio)
400 grammi di finocchietto di montagna
1 spicchio d’aglio
200 grammi pomodoro fresco
Olio extravergine d’olive
½ bicchiere di vino bianco
Sale e pepe q.b.
Procedimento
Lavare bene i finocchietti, prenderne un ciuffetto crudo, tritarlo finemente (servirà per condire la pasta già cotta). In una pentola con acqua salata bollire i finocchietti, scolarli tagliarli a pezzetti e metterli da parte. Conservare anche l’acqua di bollitura dei finocchietti perché servirà per cuocervi la pasta.
Pulire le triglie privandole delle squame delle lische e delle eventuali spine.
Pelare i pomodori e tagliarli a filetti. A questo punto mettere in una padella (grande abbastanza per poi potervi amalgamare la pasta) due cucchiai d’olio, l’aglio intero, il finocchietto messo da parte in precedenza e il pomodoro a filetti. Appena il pomodoro sarà appassito, togliere l’aglio, unire le triglie e far rosolare a fuoco lento. Quando le triglie avranno raggiunto la cottura versarvi il vino e far sfumare.
Cuocere la pasta al dente quindi farla mantecare per qualche minuto assieme al condimento. Prima di servire spolverare con il finocchietto selvatico tritato crudo e un filo d’olio.
Curiosità
La triglia è uno dei pesci più prelibati per noi siciliani, gradito soprattutto per il suo sapore di mare. La triglia di scoglio, che noi chiamiamo “a trigghia ri scuogghio”, è quella che a me piace particolarmente perché, secondo me, esalta maggiormente le sue qualità.
Il finocchietto di montagna, che cresce spontaneo specialmente nelle zone aride e rocciose della nostra isola, col suo sapore dolciastro ed il suo forte aroma, ricorda le fragranze della montagna; a proposito del suo gusto, si racconta che gli antichi locandieri romani servivano finocchietto prima del vino, proprio perché quest’accoppiata di gusto-odore, ingannava il palato dell’avventore il quale, bevendo poi il vino non del tutto genuino, non si rendeva conto dell’imbroglio. Da questo aneddoto deriva l’usanza di dire infinocchiare, quando qualcuno vuol prendere in giro.
Comunque sia, è certo che rappresenta l’accodo perfetto per alcune pietanze. La dimostrazione più palese la troviamo nella famosa pasta con le sarde, anche se in Sicilia lo si usa un po’ dappertutto, accoppiandolo con legumi o, come nella nostra ricetta, con il pesce.
buonissimaaaaaaaaaaa………mio marito ha l’hobby della pesca,l’ho preparato oggi il sughetto …….ottmimo…..ciao!!!!!!
Congratulazioni
che ti devo diiiii bonaaaaa eeee trovato in emilia romagna degli amici del finocchetto selvatico fatta subito ciao
Ciao Alex, complimenti!
Un caro saluto
Ricette di Sicilia
ciao giovanni dopo 14 anni faccio un salto in sicilia per una settimana ciaooooooooo