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Paté di finocchietto selvatico

21 Maggio 2014 By Giovanni Cardella Lascia un commento

Il paté di finocchietto selvatico, spalmato su una croccante fetta di pane raffermo tostato è uno stuzzicante antipasto fragrante e molto gustoso.

Ingredienti

100 grammi di finocchietto selvatico
2 Sarde salate
½ spicchio d’aglio
pepe nero
olio extravergine d’oliva q.b.
Un cucchiaio aceto di vino bianco
due cucchiai acqua di cottura dei finocchietti

Procedimento

Pulire il finocchietto eliminando le parti dure e metterlo in abbondante acqua salata per una buona mezz’ora. Intanto mettere sul fuoco una pentola con acqua salata e portarla a bollore. Sciacquare i finocchietti, sgocciolarli, metterli nell’acqua bollente e far cuocere per circa sette minuti. Noi abbiamo usato la pentola a pressione e li abbiamo fatti cuocere per 4/5 minuti dopo il sibilo. Una volta cotti scolarli,  metterli a raffreddare (conservare l’acqua di cottura), quindi tagliarli grossolanamente, metterli nel mixer. Unire le sarde salate, l’aglio, una spolverata di pepe nero macinato al momento, l’aceto, l’acqua di cottura dei finocchietti e l’olio necessario  per ottenere  una cremina densa. Togliere dal mixer e adagiarla un una ciotola.
Il paté di finocchietto selvatico, in prevalenza, viene servito come stuzzicante antipasto, spalmato sul pane raffermo tostato. Tuttavia si può servire spalmato su pagnotte tagliate a metà o come  condimento, sé gradito, per pesci o carni arrostiti.

A proposito di finocchietto selvatico

È una pianta perenne che cresce spontaneamente in primavera nell’Europa centrale e in particolare nelle terre meridionali mediterranee. Cresce in terreni aridi, montagnosi o collinari baciati dal sole (da qui la denominazione di finocchietto di montagna). In questi luoghi è facile trovarli fra le erbacce ma anche lungo i bordi delle strade di campagna. In Sicilia il finocchio selvatico è conosciuto anche come finòcchiu di muntgna, sarbàggiu e ancora finòcchiu rizzu e di timpa nella parte orientale dell’isola.
La pianta possiede un liquido dal gusto dolciastro che lo caratterizza e che sposa a meraviglia tanti piatti della cucina siciliana, una per tutte la celeberrima pasta con le sarde.
Per questo suo sapore forte, particolarmente aromatico, capace di stordire le papille gustative, gli antichi romani lo usavano quando dovevano mascherare  alimenti al limite della  commestibilità. Da qui nasce il famoso detto infinocchiare, cioè imbrogliare, raggirare

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