Lumache con aglio e prezzemolo. Per descrivere meglio la ricetta delle lumache con aglio e prezzemolo citiamo Un proverbio siciliano per farsi un’idea sulla bontà di questa pietanza: “babbaluci a sucari e fimmini a vasari nun ponnu mai saziari” (lumache da mangiare e donne da baciare non saziano mai!). Questa massima sta ad indicare quanto i siciliani apprezzano a tavola le lumache.
Ingredienti
1 kg di lumache
5 spicchi d’aglio
Un mazzetto di prezzemolo
Olio extravergine d’oliva
Sale e pepe q.b.
Procedimento
Lavare accuratamente le lumache in abbondante acqua corrente, quindi metterle in acqua in un grosso tegame del quale inumidirete i bordi per impregnarli con il sale (quest’espediente non permetterà alle lumache di fuoriuscire dal tegame). A questo punto mettere sul fuoco a fiamma bassa e non appena le lumache usciranno dal guscio aumentare la fiamma, aggiustare con un po’ di sale e portare a bollore. Far cuocere per una decina di minuti. Quindi sciacquarli in acqua corrente e mettere da parte.
Intanto preparare un soffritto con abbondante olio, l’aglio tagliato grossolanamente, (o semplicemente in camicia schiacciato) e il prezzemolo tritato. Aggiustare di sale e pepe e aggiungere le lumache risciacquate. Far cuocere, a fiamma moderata, per circa dieci minuti e servire le lumache con aglio e prezzemolo spolverando con pepe e abbondante prezzemolo tritato.
Curiosità
L’origine della parola babbaluci deriva dall’arabo babush (lumaca) per la somiglianza dell’involucro delle lumache alla scarpe orientali che hanno la punta rivolta verso l’alto. Infatti in siciliano ancor oggi chiamiamo babusce le pantofole.Le lumache si possono comprare al mercato, oppure ricercarle nelle campagne fra le “restucce” (la rimanenza del grano raccolto) o fra i rami rinsecchiti facili da trovare in Sicilia, soprattutto nella stagione calda. In realtà dal 24 Giugno, giorno di San Giovanni, queste delizie cominciano ad essere presenti sulle tavole dei palermitani
La ricetta di cui parleremo è una specialità palermitana, ed è uno dei simboli culinari del Festino che si svolge in città dal 13 luglio al 25 luglio in onore di Santa Rosalia patrona di Palermo. In questi giorni per le vie più popolari di Palermo, ed in particolar modo al Foro Italico (Foro Umberto I°), luogo dove si conclude il festino, fra sfilata del carro della Patrona, gli odori di gelsomino, di cubbàita e sfincionello, prendono prepotentemente posto “muluni russu” (anguria) e i nostri babbaluci, accompagnati immancabilmente ed esclusivamente da un buon bicchiere di vino. A tal proposito un altro proverbio siciliano ricorda che: “cu mancia babaluci e vivi acqua , sunati li campani picchì è mortu”, ovvero mai bere acqua per accompagnare questo piatto. Davanti a questo ben di Dio il palermitano continua la giornata, contemplando gli immancabili fuochi d’artificio, che si concludono con la sonora ed attesissima masculiata (i botti finali ravvicinatissimi e assordanti tanto amati dai palermitani).
Ricordiamo infine che a Palermo la ricetta più tradizionale è quella che vi descriviamo, per intenderci quella del Festino, tuttavia altre preparazioni suscitano l’interesse dei buongustai come ad esempio “i babbaluci a picchi pacchio” con i pomodori pelati, e ancora con mollica o con un pesto di menta.
Dianasuperfly dice
buonissime , adoro le lumache fatte in qualunque modo … molto bello come sempre il vostro sito .
Giovanni dice
Ciao Diana, grazie per i complimenti. A presto
Gaetano dice
Ciao a tutti e complimenti per l’ottimo sito. Aggiungerei una piccola nota d’obbligo a questo favoloso piatto ri babbaluci.
Da ricordare che prima di cucinarle è sempre meglio metterle a spurgare per qualche giorno in modo da eliminare l’amaro che a volte è presente(dipende cosa hanno mangiato)
Maria Antonia Castrogiovanni dice
Nota più che preziosa… mio papà metteva anche del pan grattato così perdevano l’amaro del loro cibo.
Giovanni dice
Ciao Gaetano Hai perfettamente ragione. Il tuo commento è gia parte integrante della ricetta nel reparto “commenti”, così i nostri amici avranno l’opportunità di sfruttare la tua nota. Grazie per i complimenti.A presto
salvatore genova dice
salute a tutti,un suggerimento che mi permetto di dare è di usare aglio e prezzemolo rigorosamente crudi e da mettere sui babbaluci ancora caldi,inoltre ,per la cottura ,mi regolo con un cucchiaino di sale ogni litro di acqua(sono duri a “prendere” il sale.Ciao a tutti e spero di essere stato utile
Giovanni dice
Ciao Salvatore grazie per i tuoi suggerimenti che mettiamo a disposizione di tutti gli amici di Ricette di Sicilia
Sergio Ex Alfa 7 dice
Ciao sono Sergio un altro consiglio che vorrei darvi fateli purgare per tre giorni co mollica di pane duro,poi lavateli bene e quando sono lavati li mettete in un tianu (tegame)con acqua e il solito sale a giro bordo esposti al sole quando escono tutti allora si a fuoco lento questo e il metodo di mio padre Vincenzo ciao a tutti Buon Appetito.
Daniele dice
Ciao a tutti, dei babbaluci ho un bellissimo ricordo, mia nonna usava farli spesso ed io da piccolino mi divertivo a guardarli mentre cercavano di scappare dalla pentola piena d’acqua con i bordi salati. Conosco anche una canzoncina sui babbaluci che diceva : Viri chi dannu ca fannu i babbaluci ca cu li corna ammuttanu i balati e si nun si lestu a ghittarici ‘na vuci viri chi dannu ca fannu i babbaluci.
Traduzione per i non siciliani : Guarda che danno che fanno le lumache che con le corna spingono le pietre e se non sei veloce a sgridarle guarda che danno che fanno le lumache.
Ciao a tutti.
Walter dice
Grazie per le ricette
Giovanni Cardella dice
Grazie a te Walter per essere fra di noi