Pasta con vongole e ricci è un primo da sballo. Il gusto sublime delle vongole, in questa ricetta, è impreziosito dal perfetto connubio con i ricci di mare. In poche parole è una vera goduria per il palato.
Ingredienti per 4 persone
400 grammi di spaghetti
1 kg di vongole fresche
ricci di mre: un bicchiere di uova (o meglio gonadi)
Mezzo bicchiere di vino bianco secco
Due spicchi d’aglio
Olio extravergine d’oliva q.b.
Un mazzetto di prezzemolo
Sale e pepe q.b.
Procedimento
Riempire un recipiente con acqua salata e depositarvi le vongole. Lasciarle spurgare per qualche ora. Sciacquarle e batterle, una per una, dalla parte del dorso, sul fondo del lavandino. Quest’operazione è necessaria per eliminare le vongole eventualmente piene di sabbia. Sciacquarle e depositarle in un tegame che metteremo su fuoco vivace con il coperchio. Dopo un paio di minuti unire il vino bianco e saltarle, scuotendo di tanto in tanto il tegame, fin quando saranno tutte aperte. A questo punto eliminare il guscio di una parte di vongole, lasciando il resto con i guscio per guarnire.
Filtrare il liquido di cottura (questo sarà il condimento che completa il piatto) facendo attenzione a non filtrare il liquido al fondo del tegame (potrebbe esserci qualche residuo di sabbia).
In una capiente padella soffriggere l’aglio con qualche cucchiaio d’olio, avendo cura di non farlo imbiondire troppo. È bene ricordare che l’aglio lo si può soffriggere dopo averlo tagliato finemente oppure intero e quindi eliminarlo dopo averlo soffitto.
A questo punto unire le vongole, il prezzemolo tritato finemente ed il liquido di cottura filtrato. Aggiustare eventualmente di sale ed una spolverata di pepe nero macinato al momento.
Lessare la pasta al dente in acqua adeguatamente salata. Appena pronta aggiungerla alle vongole ed amalgamarla, a fuoco vivace, per qualche minuto avendo cura di aggiungere un po’ di acqua di cottura della pasta. Togliere dal fuoco, adagiare delicatamnte sul condimento i ricci, innaffiare con un filo d’olio e servire.
A PROPOSITO DI RICCI DI MARE
Sebastiano, un amico del nostro sito, tempo fa ci ha fornito dele informazioni interessanti sul riccio di mare (indicatori biologici dello stato di salute del mare) e cioè che “non esistono ricci maschi o femmine in quanto tutti i ricci sono ermafroditi. La specie con spine colorate (dal marrone rossiccio al violaceo) si chiama Paracentrotus lividus, mentre che il presunto riccio maschio (quello nero) è semplicemente un’altra specie dal nome Arbacia lixula. Le due specie, oltre al colore, hanno anche forma e abitudini diverse. La prima, quella commestibile, vive nascosta negli anfratti tra gli scogli e, se allo scoperto, tende a coprirsi con alghe o altro; l’arbacia lixula invece sta nella parte alta degli scogli in piena luce”.
Claudio dice
Ciao Giovanni
Sei sempre …eccezionale per la semplicità e la completezza di ciò che descrivi.
Ti seguo sempre con grandissimo interesse.
Giovanni dice
Ciao Claudio, grazie soprattutto per il tuo grandissimo interesse. Un abbraccio
elvio dice
Grazie per la chiarezze di esposizione e la bravura nel riassunto del procedimento.
Complimenti. Ottima ricetta.
Elvio
Giovanni Cardella dice
Ciao Elvio, ti ringraziamo di cuore per ciò che scrivi. Per noi è una gratificazione per il nostro modesto lavoro. A presto
Campana doc dice
Ahahah mi sto facendo un sacco di risate!!! ma finitela…finitela x cortesia che siete ridicoli…questo è un sito di ricette italiane, non siciliane. Punto. La maggior parte sono campane!!! e mi fate quasi tenerezza voi del resto d’Italia che cercate di appropriarvi delle ricette campane mettendole sui siti delle vostre regioni perché sapete che come si mangia in Campania non si mangia da nessun’altra parte! e questo è sbagliato perché fate credere una cosa x un’altra a chi nn lo sa…x cercare di portare in auge la vostra regione! ahhh, peccato!!! credevo di poter imparare qualche ricetta siciliana particolare…e invece mi ritrovo a dover vedere ricette campane, spacciate x siciliane, che già conosco…bah!!
Giovanni Cardella dice
Mia cara campana doc, intanto ti consiglio di togliere il doc dal tuo nome anonimo. D.o.c. indica denominazione origine controllata e tu non hai niente di tutto questo perché certamente sconosci la storia della tua regione e, figurati se conosci quella della mia Sicilia.
Di ridicolo trovo soltanto questo tuo commentino limitato ad un campanilismo fine a se stesso.
Hai liquidato tutto con quattro parole insignificanti, dando del ridicolo a chi fa un lavoro del quale non hai avuto neanche il buon senso di leggere qualche riga prima di sputare sentenze.
La cucina siciliana, come quella di tutte le regioni italiane, compresa quella campana, merita il rispetto che tu pretenderesti invece soltanto per la tua regione. A tal proposito, con tutto il rispetto che merita la Campania in fatto culinario, la Sicilia e le altre regioni italiane non hanno nulla da invidiare, ne tanto meno la necessità di ricorrere ad altro se non alle proprie tradizioni. Altro che auge del cavolo!
Il mio sito parla soltanto di ricette siciliane, checché tu ne dica e ne pensi. Posso darti soltanto un consiglio:
Il mio sito parla soltanto di ricette siciliane, checché tu ne dica e ne pensi. Posso darti soltanto un consiglio:
per la tua patetica ignoranza, invece di perdere tempo a parlare di cose che non sai, e prima di inveire a vanvera documentati e, sopratutto, leggiti un po di storia del Regno di Napoli, del Regno di Sicilia e del Regno delle due Sicilie. Sicuramente ti aiuterà a capire meglio… Magari scoprirai che anche le ricette della cucina di altre regioni meridionali sono campane o viceversa… (bah!!)
La tua superficiale presunzione ti ha impedito di conoscere le ricette siciliane; ma di ciò me ne farò una ragione. A presto
Giovanni Cardella – siciliano doc (PER DAVVERO)
Salentina Doc dice
Caro Giovanni,
da Salentina DOC, avrei voglia di abbracciarti. Purtroppo l’ignoranza non ha confini nemmeno regionali!
La contaminazione culinaria nel regno delle Sicilie (e dico Regno delle Sicilie) ha una storia molto lontana.
Grazie Giovanni… ITALIANO DOC come pochi! Un abbraccio!
Giovanni Cardella dice
Ciao Amica Salentina DOC, il tuo gradito commento mi ha permesso di rilegere il mio risentimento verso quella poco simpatica campana doc. Difficilmente perdo le staffe ma in quel caso non potei farne a meno. Probabilmente se venisse a magiare nel tuo splendido Salento scoprirebbe che anche li copiate le ricette napoletane!
Mah! Pazienza!
Grazie a te Salentina doc, a presto
Ferro dice
Ma i ricci dove si aggiungono nella ricetta?
Giovanni Cardella dice
Ciao Ferro, alla fine della ricetta è scritto: “…Lessare la pasta al dente in acqua adeguatamente salata. Appena pronta aggiungerla alle vongole ed amalgamarla, a fuoco vivace, per qualche minuto avendo cura di aggiungere un po’ di acqua di cottura della pasta. Togliere dal fuoco, adagiare delicatamnte sul condimento i ricci, innaffiare con un filo d’olio e servire”.