Frascàtula, secondo il Traina, è una farinata o paniccia o piciòcia, ovvero una vivanda quasi liquida: pappolata. L’origine di fracàtula sembra derivi dal francese flasque (molle, flaccido) e, con questo nome, in varie parti della Sicilia si intendono cose diverse.
Ingredienti per quattro persone
broccolo da un kg
300 gr farina di grano duro
circa un litro d’acqua
150 gr pancetta o lardo
due spicchi d’aglio
olio extravergine d’oliva
sale e pepe (o peperoncino secondo gusto) q.b.
Procedimento
Pulire il broccolo dalle parti superflue e ricavare le cimette. Metterle in acqua salata per una mezz’oretta. Intanto mettere l’acqua in una pentola capiente e portarla a bollore, aggiustare di sale e aggiungere i broccoli. Far bollire, a pentola coperta, per circa sette minuti quindi prelevare i broccoli cotti con una schiumarola e metterli da parte. Conservare anche l’acqua di cottura perché servirà per completare il piatto.
Nello stesso tegame dove avete cotto il broccolo, mettere qualche cucchiaio d’olio e soffriggere la pancetta e l’aglio tritati finemente. Adesso versare l’acqua di cottura dei broccoli e portare ad ebollizione. A questo punto versare a pioggia la farina mescolando continuamente, per circa cinque minuti, facendo molta attenzione a non far formare grumi. Non appena il liquido si addensa, aggiungere i broccoletti e lasciare insaporire per qualche minuto aggiungendo, se necessario, altro brodo di cottura o acqua calda.
Togliere dal fuoco, innaffiare con l’olio e servire ancora caldo accompagnando il piatto con fette di pane raffermo abbrustolito.
Vi suggerisco una variante collaudata
Mi è rimasto un piatto di frscàtula che ho conservato in frigo coperto con pellicola da cucina. Il giorno dopo ho notato la somiglianza con il maccu di fave freddo e, sapendo che quest’ultimo si usa tagliarlo a pezzi e friggerlo passato a uovo e pangrattato, ho fatto la stessa cosa con la paniccia rimasta. È venuta fuori una ghiottoneria molto gradevole!
A PROPOSITO DI FRASCATULA
Anticamente, nel palermitano, era una focaccina mentre nelle provincie di Modica e nell’ennese una farinata o paniccia quasi liquida. In altri luoghi è addirittura sinonimo di cuscus. Il termine Piciòcia, usato anch’esso in diverse zone dell’isola, potrebbe derivare da pici (pece) per la densità del piatto. Questo tipo di pietanza è, in ogni caso, tipica dell’entroterra siciliano dove l’agricoltura è nata. Sono le terre che per secoli, sotto la dominazione romana, erano il granaio d’Italia.
La cucina tipica di questi territori è costituita da piatti semplici che si rifanno, molto spesso, all’attività agricola, pastorale e contadina più antica della Sicilia. Ci riferiamo principalmente alle provincie di Enna e Caltanissetta dove è caratteristico il delicato maccu di fave secche condito semplicemente con fiocchietto selvatico e olio extravergine d’oliva.
La paniccia o frascàtula ennese è il classico esempio di quanto detto. Si tratta di una polentina di grano duro che generalmente è impreziosita con verdure autoctone di stagione, raccolte ormai da pochi appassionati. Il piatto che vi presentiamo è condito con broccolo, pancetta (o lardo) e profumato con olio d’oliva. Tuttavia, come dicevamo, esistono tante versioni realizzate con farine diverse che a volte contribuiscono a rendere più appetitoso e prezioso questo semplice piatto. A tal proposito mi viene di ricordare un’usanza che consiste nella mescolanza di farine antichissime come la Timilia (con la quale si prepara il famosissimo pane nero di Castelvetrano), con la farina di ceci (famosa per le panelle) e la farina di cicerchie. Quest’ultima è una rarità di legume (una via di mezzo fra ceci e piselli) che viene comunemente coltivata nelle Marche e, da pochi appassionati, anche in Sicilia dove viene chiamata anche rumanedda o ciciruòccolo
Cristina dice
Buona sera, sono Cristina da Roma! Questa ricetta mi sembra l’interpretazione siciliana di una tradizionalissima ricetta ligure o mi sbaglio? Saluti. Cristina
Giovanni dice
Ciao Cristina, può darsi! In sicilia esistono altre versioni di frascàtula dove viene utilizzata la farina di ceci. A presto
Cristina dice
Buona domenica! Mi riferivo al nome “paniccia”, non a frascatula. La paniccia è tipicissima della cucina ligure. Buon proseguimento di giornata. Cristina
Antonella dice
Buonasera,
nonostante faccia caldo questo piatto mi fa gola. Però ho un dubbio: cosa intendi per broccolo? A Roma è sinonimo di broccolo romanesco e perciò non capisco che distinzione c’è tra le cimette e il broccolo.
Mi aiuti?
Grazie comunque per le ricette che posti: sono curate e, per quel che ricordo dagli anni vissuti in Sicilia, veramente fedeli alla tradizione
Anto
Giovanni Cardella dice
Ciao Antonella, hai ragione. In Sicilia chiamiamo con broccolo intendiamo il cavolfiore molto simile al broccolo romanesco. Le cimette sono le infiorescenze del broccolo. La specifica è fatta per raccomadare di utilizzare soltanto quelle escludendo i gambi e la parti più dure. A presto