Le panelle dolci sono una dolce variante delle più famose tradizionali panelle e fanno parte di tutti quei cibi che, a Palermo, si usa preparare prevalentemente per il giorno di Santa Lucia. Così, fra arancine con carne o burro e anche al forno, gattò di patate e panelle classiche, troviamo due dolci che per la ricorrenza non possono mancare sulle tavole dei palermitani, vale a dire cuccìa e panelle dolci che vi consiglio di provare.
In Sicilia, e soprattutto a Palermo, per un triste circostanza avvenuta nel XVI secolo, nel giorno di Santa Lucia, a prescindere da dove sia nata la tradizione, si usa osservare l’astensione, per questa giornata, dal consumo di pane e pasta e all’epoca anche la Chiesa propose il digiuno. A tal proposito ricordo che la mia amata mamma, che si chiamava Lucia, nel giorno del suo onomastico, dopo aver preparato tutto il ben di Dio previsto per la ricorrenza, osservava rigorosamente il digiuno. Questa festività rappresenta per la nostra famiglia una specie di anniversario alla sua memeoria.
Ingredienti
300 grammi farina di ceci
50 grammi di strutto
150 ml di latte
250 ml acqua
un pizzico di sale
un uovo
100 grammi di zucchero a velo vanigliato
olio di semi per friggere
zucchero semolato q.b. per guarnire
olio di semi di arachidi per friggere4
zucchero semolato fine per guarnire q.b.
Ingredienti per la crema pasticciera
(per 500 ml di crema pasticcera)
500 ml di latte intero
90 g zucchero semolato fine
4 tuorli d’uovo
60 g di amido di mais (fecola o amido di riso)
1 bacca di vaniglia
per il procedimento clicca qui
Procedimento
In un tegame antiaderente bollire l’acqua con il latte, lo zucchero, lo strutto e il sale. Togliere dal fuoco e aggiungere la farina setacciata e l’uovo; mescolare fino ad ottenere un composto consistente che si stacca dalle pareti del tegame. Adesso, aiutandovi con una spatola, metterlo ben pressato in un contenitore cilindrico, liscio all’interno e ben unto con lo strutto (io ho usato due coppa pasta dal diametro di 10 cm), oppure disporre su un piano e livellare ad uno spessore di mezzo cm.
Lasciare raffreddare e, se avete utilizzato il contenitore cilindrico, fate scivolare fuori la miscela solidificata, adagiare su di un piano e ricavare dei dischetti spessi mezzo cm (io ho utilizzato un tagliatore affetta torte regolabile). [vedi foto nel riquadro qui sotto]
Se invece avete spianato il composto ricavare dei rettangoli.
Io ho ricavato circa 20 dischetti dei quali dodici li ho utilizzati per realizzare sei panelle dolci farcite con crema pasticciera e le rimanenti le ho lasciate senza farcitura.
A questo punto, dopo aver preparato la crema pasticciera (link del procedimento negli ingredienti), disporre un dischetto sul piano di lavoro, adagiarvi al centro mezzo cucchiaio di crema e infine sovrapporre un altro dischetto; pressare i bordi in modo di saldare i due dischetti e continuate con le altre panelle dolci da confezionare.
Una volta completata la preparazione friggere in olio bollente, depositarle su carta assorbente, poi passarle in abbondanze zucchero semolato e servire dopo averle fatte intiepidire.
Curiosità
In Sicilia, e soprattutto a Siracusa e Palermo, in questo giorno in cui si celebra la Vergine siracusana, si ricordano la carestie che colpirono Palermo nel 1646 e Siracusa nel 1763. La Santa, implorata e pregata dai palermitani, salvò la popolazione dalla fame facendo arrivare nel porto un bastimento carico di grano. A dare l’annuncio dell’arrivo del prezioso carico fu una colomba che si posò sul soglio episcopale.
I palermitani, ridotti alla fame ormai da diversi mesi, non lavorarono il grano per farne farina, ma lo bollirono, per sfamarsi più in fretta, aggiungendogli soltanto dell’olio. Crearono così la “cuccia”, che con il passare del tempo ha subito varie evoluzioni fino a diventare la golosa pietanza odierna. Da questo episodio i cittadini di Palermo, hanno per secoli ricordato solennemente l’accaduto astenendosi per l’intera giornata dal consumare farinacei, soprattutto pane e pasta. In alternativa si ricorre al riso, ai legumi e alle verdure. Una storia simile datata 1763 e ambientata nel porto di Siracusa, attribuisce a questa città la paternità della ricetta della cuccìa. In ogni caso, a prescindere da dove sia nata la tradizione, anche la Chiesa propone il digiuno e l’astensione, per questa giornata, dal consumo di pane e pasta.
Come ogni evento di rilievo anche questo ha dato vita a un motto che in dialetto palermitano recita: “Santa Lucia, vulissi pani, pani unn’ aiu e accussi mi staiu”. Il digiuno che vuole la tradizione, in realtà al giorno d’oggi si è trasformato in tutt’altro: ogni 13 dicembre il capoluogo siciliano profuma di arancine, panelle e cuccìa. Perché curare l’anima è importante, ma alle tentazioni, si sa, è difficile resistere. [Fonte: https://www.meteoweb.eu]
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