La mostarda di fichi d’India o masticutti, tipica delle zone ricche di queste piante, fa parte delle antiche tradizioni contadine ed è un altro esempio di sfruttamento del fico d’India.
Ingredienti
Fichi d’india dai quali ricavare un litro di liquido
100 grammi di farina 00 (c’è chi usa invece amido per dolci)
100 grammi di mandorle e noci
Cannella in polvere a vostro gusto
Buccia d’arancia e mandarini grattugiati (in mancanza usate buccia di limone)
Procedimento
Mettere i fichi d’india in un recipiente pieno d’acqua e lasciarveli per qualche ora. Ciò è utile per far cadere le spine più superficiali. Eliminare le estremità e le eventuali spine rimaste, quindi tagliarli a pezzi e metterli in un tegame a cuocere, con tutte le bucce, per circa 15/20 minuti. A questo punto passarli al setaccio e, ottenuto il liquido necessario, versarlo in un tegame e cuocere in modo che si addensi. Aggiungere ora la farina, mescolare continuamente e appena il composto avrà la consistenza di una crema spegnere il fuoco, aggiungere la cannella, la buccia degli agrumi grattugiata e la frutta secca tagliata grossolanamente. Amalgamare il tutto e, a questo punto, se avete le formelle di terracotta inumidirle e versarvi il composto. Fare riposare per un paio d’ore, quindi togliere dalle formelle e metterle ad essiccare al sole, ricoperte con un velo, per qualche ora. Se non possedete le formelle, stendere il composto ad uno spessore di circa due-tre centimetri, farlo riposare per un paio d’ore e poi tagliate il composto a rombi, quindi procedete come sopra. Quando il composto sarà del tutto asciutto riporlo in barattoli di vetro alternando con foglie di alloro.
A proposito di fico d’India
Hernàn Cortès, condottiero spagnolo, nel quindicesimo secolo le portò in Europa, e in Sicilia servirono inizialmente per dare una nota esotica alle residenze barocche di quei tempi. In seguito i siciliani apprezzarono in svariati modi il frutto e non solo quello.
Giuseppe Pitrè, uno dei più illustri studiosi delle nostre tradizioni popolari, parla di una leggenda dove questa pianta era considerata velenosissima. Questo perchè a portarla in Sicilia furono i turchi, di religione diversa dalla nostra, e pertanto si credeva che l’avessero portata per distruggere la razza dei cristiani.
Gaetano Basile, scrittore e studioso dei nostri giorni, a tal proposito dice che:
….ci fu un intervento diretto del Padreterno che per noi isolani para abbia sempre avuto un occhio di riguardo. Grazie al Suo divino interessamento, i frutti spinosi di quella pianta diventarono buoni da mangiare ed anche benefici…
Infatti, oltre al gustosissimo frutto, di questa pianta si apprezzano anche i fiori, che essiccati vengono impiegati nel decotto “ri ciuri i ficurinnia”, rinfrescante e diuretica, per non parlare delle stesse pale di fichi d’india che in tempi di scarso foraggio servono per nutrie ovini e bovini. Un vecchio proverbio recita: Jinchi la panza e jinchilia ri spini” (riempi la pancia e riempila di spine) forse a giustificare il fatto che dalle bucce del frutto, i nostri avi, ricavavano una specie di frittella in pastella.
Fra i tanti impieghi del fico d’india troviamo anche questa mostarda, ‘u masticutti appunto, che generalmente viene preparato utilizzando anche delle apposite formelle di terracotta che ne danno la caratteristica forma.
ho vissuto alcuni anni in sicilia ed è bello ritrovare qui le ricette di dolci che ho apprezzato-
complimenti e viva la sicilia
piace questo elemento
Grazie tante per la ricetta, sono siciliana , ma abbito in Argentina, tanto tempo che volevo sapere di come si fa chesta ricetta e nessuno mi lo sapeva dire.
Ciao Elena, facci sapere. A presto
Ricette di Sicilia
complimenti per le belle ricette siciliane .Mi piace molto che alcune ricette perdute siano state recuperate .Bravissaimi
Ciao Maria, grazie! Cerchiamo di fare del nostro meglio. A presto
Mia nonna la fa sempre ed è buonissima. ..volevamo provare a venderla in un mercatino del nostro paese visto che qui è molto accettata…sapete dirmi quanto costa su x giù?
Ciao Silvia, non saprei dirti il prezzo. Posso sugerirti di calcolare le tue spese vive per produrla e stabilirlo di conseguenza. Tempo fa, volendo acquistare le classiche formine di ceramica, sono stato Geraci Siculo, patria di questo prodotto e, forse perchè non ho saputo cercare, non ho trovto traccia.
La mostarda di fichi d’india non esiste, esiste la farinata di fichi d’india.
Ciao Antonio, potrei dirti che la farinata d fichi d’india non esiste tuttavia, siccome non mi sento il detentore di alcunché, accetto l’esistenza della farinata. Invece sono certo dell’esistenza della nostra ricetta e il risultato lo puoi osservare dalla foto a corredo del post
sto aspettando ancora la ricotta per il torrone di campagna cioe quello di zucchero che e poi diviso in tre colori con mandorle e pistacchi
Ciao Rosalinda, abbiamo risposto al tuo commento del 22/3/2015 su Pecorelle di Pasqua. A presto
Ciao sono Davide e abitato in Germania. Grazie per la vostra ricetta mi avete fatto ricordare la mia nonna quando la faceva. Complimenti un saluto w la Sicilia
ho preso la ricetta e la vorrei fare con la prossima stagione, vorrei sapere solo una cosa , per quanto tempo si conservano in vaso?
Ciao Anna Rita, se usi barattoli di vetro a tenuta, puoi conservare per qualche mese.
Io sono Alfio Patanè, abito a Paternò amo molto il ficodindia, ogni anno faccio la mostarda,
vorrei conoscere come conservare la mostarda dopo averla essiccata al sole per un lungo
periodo. Vorrei dare una precisazione, il succo appena ricavato dal ficodindia, onde essere
utilizzato per la mostarda, abbisogna ridurlo al 50% di quando ricavato per ottenere una
buona mostarda, mentre i vari condimenti sono a gusto proprio, si possono anche non
metterli sono facoltativi.
Alfio Patanè
Ciao Alfio, grazie per le tue preziose indicazioni che mettiamo a disposizione di tutti i nostri amici.
Noi, la mostarda la conserviamo in vasi di vetro chiusi eremeticamente. La durata è molto soggettiva… abbiamo visto che fino ad un mese abbondante si è conservata ottimamente, poi non saprei dirti perchè è finita!!!!
Grazie ancora, a presto
Grazie per la ricetta desidero sapere .,considerato che la essicco nell’essicatore, se metto le noci la farinata puo’-ammuffire ?
Ciao Adelina, scusami pr il ritardo, abbiamo avuto qualcje problema con la nostra sezione “messaggi” del sito.
Non abbiamo mai usato l’essiccatore, tuttavia per quanto concerne la tua domanda, non penso che possa ammuffire. A presto
Ciao Giovanni, ho lasciato un commento a proposito della mostarda,non ho detto chi sono e non so se si è capito che sono siciliana fuori dal mio paese da mezzo secolo ma i ricordi della mia infanzia li ho stampati sotto la calotta Saluti Nella Urciullo
Ciao Sebastiana, abbiamo letto con immenso piacere i tuoi ricordi di bambina relativi alla mostarda. E poi, si capisce benissimo che sei una nostra conterranea amante della nostra terra. Viva la Sicilia e i siciliani. Un grande abbraccio dalla tua terra! A presto
La mostarda…che passione! Mi ricorda una delle più allegre occasioni per stare insieme a fare baldoria; noi bambini ,parenti e vicini di casa aspettavamo con il cucchiaio in mano per “rascari” a quadara stagnata dove la suocera di mia sorella (brava per questa delizia ) ne lasciava un poco , apposta per farci divertire a gustare e farci impiastricciare persino gli avambracci fra le risate e qualche segno di nero fumo preso stando troppo vicini alla caldaia affumicata supra u tripporo . è vviva la Sicilia e l’abitanti sò !
Ho notato il mio inserto sulla mostarda di fichi d’india, e una vera delizia, gustosa in tutti i modi, calda, semi fredda,, asciutta, stagionata e conservata per il periodo invernale. Vorrei conoscere con esattezza, come conservarla per il
periodo invernale. Non desidero mettere dei conservanti, vorrei conservarla al naturale per tutto il periodo invernale.
Cosa dovrei fare per farla durare e rimanere sempre fragrante. Mi faresti cosa gradita farmelo conoscere quale il segreto., grazie .
Ciao Alfio, non capisco a qule tuo inserto ti riferisci. In ogni caso, nella ricetta c’è anche scritto come conservarrla:
…”quando il composto sarà del tutto asciutto riporlo in barattoli di vetro alternando con foglie di alloro”.