La ‘mpanata è una rusticheria tipica della cucina siciliana orientale ed in particolare delle province di Ragusa, Catania e Siracusa. Questa golosità è costituita da un involucro di pasta (per focacce) contenente un’infinità di condimenti.
Secondo la sua forma assume anche i nomi di ‘mpantedda, ‘mpanatigghia (che è un dolce) o ‘mpanatuna.
Ingredienti per la pasta
500 grammi farina di grano duro
25 grammi lievito di birra
5 grammi di malto (per panificazione)
Due cucchiaini di zucchero semolato
Mezzo cucchiaino, da caffè, di sale
50 grammi di strutto
250 grammi di acqua tiepida
Olio extravergine d’oliva
Ingredienti per il ripieno
Un cavolfiore
50 grammi di acciughe sott’olio
150 grammi di olive nere snocciolate
200 grammi di caciocavallo tenero
Due cipolle di media grandezza
Capperi secondo il vostro gusto
Olio ex
Sale e pepe
Procedimento
Dopo aver lavato il cavolfiore in acqua salata ricavare soltanto le cime, quindi sfriggere la cipolla tagliata finemente con l’olio necessario. Appena la cipolla sarà imbiondita unire le cime del cavolfiore e farle cuocere al dente (tenendo presente che poi andranno in forno).
Mettere in un contenitore il lievito con lo zucchero e 200 grammi di acqua tiepida. Mentre il lievito si attiva (per una decina di minuti) setacciare la farina e amalgamarla con lo strutto, il sale e il malto (se avete la possibilità usate una planetaria), quindi unire il lievito attivato e lavorare l’impasto. Aggiungere gradatamente la rimanente acqua tiepida e continuare a lavorare fino ad ottenere un impasto morbido e omogeneo. Coprire con una pellicola da cucina e lasciare lievitare in luogo tiepido per due ore, in una ciotola infarinata.
Stendere la pasta in una sfoglia spessa circa mezzo centimetro, quindi ricavare due dischi, in modo che uno sia più grande (servirà per rivestire il fondo e le pareti della teglia) e l’altro più piccolo (servirà per ricoprire il tutto).
Ungere il fondo e i bordi di una teglia rotonda e rivestirne il fondo e i bordi con il disco di sfoglia più grande. Versare il cavolfiore ben amalgamato con il caciocavallo tagliato a cubetti, le olive tagliate grossolanamente, i capperi e le acciughe a pezzettini. Ricoprire il tutto con il rimanente disco di sfoglia e chiudere bene i bordi, in modo che il ripieno non possa fuoriuscire. Spennellare la superficie con abbondante olio diluito con poca acqua e mettere a riposare per circa un’ora. Preriscaldare il forno a 220° ed infornare la ‘mpanata per 45 minuti e comunque fino a completa cottura. Quando la ‘mpanata sarà ben dorata, toglierla dal forno e sigillare la teglia con un foglio di alluminio (così la ‘mpanata risulterà più morbida), lasciare intiepidire per circa venti minuti e servire.
A proposito di ‘mpanata
In dialetto, tuttavia con questo nome vi sono altri vocaboli simili, come la fuazza, ‘u pastizzu, la ravazzata, che indicano un modo diverso di un pasticcio racchiuso in una crosta.
In genere viene usata la normale pasta di pane alla quale, per renderla più morbida, viene aggiunto lo strutto.
Il ripieno è costituito generalmente da svariati tipi di verdure, come a esempio “sparaceddi” (broccoletti in italiano), o patate e pomodoro tipiche del siracusano. Tuttavia è facile trovarle anche ripiene di carne di maiale, pesce, salsiccia, baccalà. In breve, la farcia è variabilissima a secondo degli usi e costumi delle varie province.
Generalmente la ‘mpanata è chiusa a forma rotonda e, in alcuni casi, sono simili alla scacciate catanese. Noi abbiamo realizzato una ‘mpanata in teglia farcita con broccoli (cavolfiori in italiano), olive nere e caciocavallo fresco.
ha un aspetto favoloso! mi sa che lo provo in versione senza glutine
Grazie per la ricetta
Ciao
Ciao Sonia, non soltanto l’aspetto!
Provala e facci sapere. Ci interessa molto l’uso della versione senza glutine.
Resterà così a disposizione di chi ha questo problema. Quindi se la realizzi facci sapere anche che tipo di farina hai usato. Grazie!
Ciao e a presto
Proverò a farla anche io con qualche modifica nell’impasto… vediamo cosa viene fuori.
Ciao Liz, facci sapere cosa verrà fuori, magari suggerendo, a quanti ci seguono, le modifiche dell’impasto. A presto
CIAO o letto le ricette… ho trovato una ke mi interessa tanto e mi piace tanto l’Mpanata…. vorrei sapere cos’e di malto (per panificazione) cosi’ la gusterei anke qui’ se la trovassimo!””il nome se poi darmi in inglese””
ciao
Ciao Agostino il malto per panificazione serve a migliorare la lievitazione. Ciò nonostante anche se no lo metti il risultato sarà ugualmente buono. In ogni, in inglese è: malto of making.
A presto
Ricette di Sicilia
Questa ricetta rappresenta per me un tuffo nel passato quando, piccola piccola, vedevo la nonna paterna preparare un’enorme “mpanata” che serviva a sfamare una ventina di persone nel pranzo della Domenica. Lei era solita fare un serpentone lunghissimo che poi arrotolava, sistemava in una teglia gigante e cuoceva nel forno a legna. Il ripieno comprendeva tanta cipuddra e brocculi leggermente fritti, abbondante sarsa cu capuliatu e caciocavallo grattugiato a volonta`. E` un ricordo cosi` dolce (e gustoso) che mi fa` venire le lacrime. Grazie e ancora grazie, Germana.
Ciao Germana, il tuo commento mi ricorda un mio amico che ha vissuto a Catania. Spesso ci ritrovavamo a passeggiare per via Etnea, ed ogni volta mi portava in un posticino dove facevano “scacce”, le compravamo e le portavamo a casa. Il suo commento era sempre lo stesso: “buona ma non è quella che gustavo quando ero ragazzo, non ha più lo stesso gusto”. Puntualmente gli rispondevo: “sarà perché i tempi sono cambiati, ma soprattutto perché non abbiamo più quattordici anni!”. È bello in ogni caso poter rivivere ricordi indelebili nella nostra mente che suscitano emozioni inimmaginabili.
Santo cielo! Riesco quasi a sentirne il profumo adesso! I miei genitori sono siciliani e questo è “il piatto” per eccellenza, che ogni tanto veleggia nella nostra casa.
La versione mia e di mia madre è sinceramente un po’ diversa perchè aggiungiamo anche patate e pomodori secchi.
Non ne avanziamo mai, piuttosto si sta male ma, se per caso un pezzettino rimane…ha vita breve, a volte non arriva neanche a pranzo del giorno dopo!! Mamma cara che bontà!
Ciao,sono felice di conoscervi! Bella ricetta… e non solo questa. Mi piacerebbe che pubblicaste qualche impasto con il lievito madre, proprio come le mamme o le nonne di un tempo( almeno nei paesi in provincia)che a turno passavano ‘u criscenti per rinfrescarlo e farne il pane.Inoltre sto cercando la ricetta originale del timballo di maccheroni del Gattopardo.Avreste qualche ricetta da suggerire? Mi piacerebbe proporla per il pranzo di Natale, data la sua ricchezza.
Ciao Giovanna, sul nostro sito è già presente qualche ricetta dove è previsto l’utilizzo del lievito madre, come ad esempio quella del pane nero di Castelvetrano (clicca sul link per la ricetta) http://www.ricettedisicilia.net/pane-siciliano/pane-nero-di-castelvetrano/. Tuttavia è possibile l’utilizzo del lievito naturale anche per le ricette da noi pubblicate dove è indicato invece il lievito di birra. In linea di massima si può sostituire il lievito di birra in questa misura: 300 grammi di lievito naturale per un kg di farina. Ne consegue che cambiano radicalmente i tempi di lievitazione che si allungano fino a sei, otto ore (se non di più).
Ti consigliamo di effettuare ricerche sul nostro sito inserendo una parola chiave (ad esempio lievito naturale, pane nero di Castelvetrano, crema di ricotta, brioche, sfincione, ecc.) nella finestra cerca (trovi una lente d’ingrandimento) del sito stesso.
Per quanto riguarda infine i suggerimenti per le feste, ti informiamo che il nostro sito a messo a disposizione dei suoi utenti un pratico ebook, che puoi scaricare gratuitamente, dove troverai, oltre ad una ricetta inedita, anche quella del pasticcio del monsù, ovvero il timballo del gattopardo.
Per scaricare l’ebook clicca su questo link e segui le istruzioni: http://www.ricettedisicilia.net/wp-content/landingpage/
Ricette di Sicilia
Che bella ricetta…io a distanza di anni le faccio ancora..con svariati ingradienti..ed e’ d’obblico sulla mia tavola della vigilia di natale l’impanata con i broccoli,carne di maiale al sugo e llolli..come pure quella con il baccala’,patate e porri.
Santo cielo….qui da voi ci si ingrassa solamente a leggere le ricette…..paradisiaco, da favola! La preparerò quanto prima. Adoro le olive, i capperi e il cavolfiore e qui ci sono tutti e tre! Grazie. Cristina (da Roma)
Salve Giovanni, sono una siciliana che vive all’estero, da tanti anni ormai e ritornando intietro nella mia infanzia mi ricordo un dolce che mio padre oltre ai famosi pasticcini ci portava, quando vado in vacanza in Sicilia non li trovo più, anzi sempra che nessuno lo conosce, si chiama Iris,, ed era fatto con il riso, aveva una forma rettangolare cosparso di zucchero a velo ed era buonissimo, sapresti darmi la ricetta per favore? Ti ringrazio ciao!!!!
Ciao Sarah, il dolce con il nome di iris che io conosco non è fatto con il riso ma con un impasto farcito con crema di ricotta e poi fritto. La ricetta la trovi qui. Detto ciò non escludo che esista un dolce con lo stesso nome come lo descrivi.
Tempo fa una nostra conterranea, residente in Australia, mi chiese di un dolce da lei ricordato con il nome di ravazzata che per me era invece soltanto un pezzo da rosticceria palermitana. La signora in seguito mi spiegò come era fatto e, soprattutto, dove lo aveva gustato. Solo così riuscii a scoprire che si trattava di un dolce tipico di Alcamo. Pertanto, se ricordi il luogo dove tuo padre comprava questa leccornia, vedrò di fare una ricerca più approfondita. Intanto, a scanso di equivoci, ti indico un dolce fatto di riso molto simile a ciò di cui parli: clicca qui per la ricetta. Magari è quello che ti interessa. In caso contrario fammi sapere e vedrò di aiutarti. A presto
Ciao,Giovanni,forse mi sbaglio io,magari la ‘mpanata è un’altra cosa ma da noi,a Catania,la chiamiamo “scacciata”.
Ciao Antonio, parliamo di due pietanze molto simili ma tradizionali della Sicilia orientale.